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Dispositivi IoT connessi: nel 2022 in crescita del 18% per un totale di 14,4 miliardi a livello globale

Il mese scorso, IoT Analytics ha pubblicato un report approfondito sullo “Stato dell’Internet of Things – Edizione primavera 2022”. Questo rapporto offre dati aggiornati sull’attuale mercato e sulle previsioni dell’IoT, che includono sviluppi macroeconomici, uno sguardo ai 100 maggiori round di finanziamento IoT e molto altro.

Knud Lasse Lueth, CEO di IoT Analytics, ha dichiarato: “Nel 2022, il mercato dell’Internet delle cose dovrebbe crescere del 18% e fino a 14,4 miliardi di connessioni attive. Entro il 2025, con l’allentarsi dei vincoli di fornitura e l’ulteriore accelerazione della crescita, ci saranno circa 27 miliardi di dispositivi IoT connessi”.

L’analista di IoT Analytics Mohammad Hasan ha aggiunto che: “L’IoT sta ancora affrontando una serie di sfide: catena di approvvigionamento vincolata, inflazione, nuovi ceppi del virus, crisi geopolitica. Eppure, le condizioni di forte domanda continuano a supportare la redditività della maggior parte dei player con riferimento all’IoT”.

Aggiornamenti di mercato Internet Things: i trend del 2022

Dunque, la carenza di chip continua a rallentare la ripresa del mercato dell’Internet delle cose. Il numero di connessioni IoT globali è cresciuto dell’8% nel 2021 fino a 12,2 miliardi di endpoint attivi: una crescita decisamente inferiore rispetto agli anni precedenti.

Nonostante la domanda di soluzioni IoT in forte espansione e un sentiment positivo nella comunità IoT, si prevede che l’impatto della carenza di chip sul numero di dispositivi connessi proseguirà ben oltre il 2023. Altri ostacoli per i mercati IoT sono costituiti dalla pandemia COVID-19 in corso e dalle interruzioni generali della catena di approvvigionamento. Nel 2022, il mercato dell’Internet degli oggetti dovrebbe crescere del 18%, fino a 14,4 miliardi di connessioni attive. Entro il 2025, con l’allentamento dei vincoli di fornitura e con l’ulteriore accelerazione della crescita, potrebbero esserci circa 27 miliardi di dispositivi IoT connessi.

Sia i dati effettivi per il 2021 che le attuali previsioni per il 2025 sono inferiori a quanto stimato in precedenza. La stima per il 2021 era di 12,3 miliardi di dispositivi IoT connessi, mentre la previsione per il 2025 era di 27,1 miliardi di dispositivi.

Vediamo, ora, dove potremmo essere diretti nei prossimi anni.

Internet of Things IoT nel 2022: sentiment attuale del mercato

Attualmente, il sentiment per le aziende nel settore digitale e IoT rimane positivo, nonostante sia in calo rispetto ai massimi del quarto trimestre 2021. Il Covid-19 ha accelerato l’adozione del sistema IoT.

Phil Gallagher, CEO di Avnet, ha dichiarato che: “Una forte domanda è stata nuovamente diffusa nei nostri mercati finali [nel primo trimestre del 2022]. Nel complesso, continuiamo a prevedere condizioni favorevoli della domanda, che si manterranno per tutta la seconda metà dell’anno”.

Anche Phil Brace, CEO di Sierra Wireless, ha affermato: “Stiamo assistendo a un continuo slancio nei mercati chiave dell’IoT, inclusi quelli industriali, aziendali, energetici e di primo intervento. La pandemia di COVID-19 ha accelerato l’Industria 4.0″.

Da un punto di vista regionale, il sentiment in Nord America è in testa, con l’Asia Pacifica in ritardo, in particolare la Cina, dove i nuovi blocchi COVID-19 sono visti come una minaccia-chiave alla crescita del business nella regione.

IoT dopo il 2022: macro temi che influiscono sulle previsioni dei dispositivi IoT

Nella ricerca effettuata da IoT Analytics sono stati messi in evidenza otto macro-temi da tenere d’occhio, molti perfino correlati tra loro. Eccone alcuni:

  1. Inflazione. Le previsioni di crescita globale sono in calo. L’inflazione supera il 5% annuo nella maggior parte delle principali economie del mondo, aumentando le aspettative di aumento dei tassi di interesse e un successivo raffreddamento dell’economia.
  2. La guerra in Ucraina. La terribile guerra si aggiunge alle interruzioni dell’approvvigionamento e alle preoccupazioni per l’inflazione. Il ministro di Stato per l’elettronica e l’informatica in India, Rajeev Chandrasekhar, ha dichiarato: “Il conflitto Russia-Ucraina ha avuto un impatto sulle catene di approvvigionamento in numerosi settori, tra cui l’industria dei semiconduttori. Il conflitto potrebbe avere un impatto particolare sulla fornitura di gas Neon ed esafluorobutadiene, elementi essenziali per la produzione di chip semiconduttori”.
  3. La guerra per i talenti digitali. Molte aziende stanno affrontando un’enorme sfida per trovare manodopera qualificata per andare avanti con la trasformazione digitale, l’IA, l’IoT e i progetti cloud. Il numero di annunci di lavoro che includevano “IoT” è cresciuto del +32% tra luglio 2021 e aprile 2022. Gli annunci di lavoro che includevano “AI” (+48%), “Edge Computing” (+53%) e “5G” (+ Il 52%) erano ancora di più.

A causa di alcuni di questi fattori macro, le aziende sono costrette a concentrarsi maggiormente sull’efficienza operativa per evitare le pressioni sui costi e garantire la fornitura ai clienti.

Altri punti salienti dello studio sullo stato dell’IoT

Siamo a livelli record per gli investimenti in VC delle aziende IoT. Il finanziamento di Global VC per le aziende incentrate sull’IoT è aumentato fino a $ 1,2 miliardi nel primo trimestre del 2022, rispetto ai soli 266 milioni di dollari nel primo trimestre del 2021. Con meno accordi in totale, eppure con una serie di round di finanziamento notevoli. Gli investimenti più recenti si sono concentrati su intelligenza artificiale e analisi, sicurezza informatica e connettività IoT.

Diverse grandi acquisizioni sono incentrate sull’IoT. Le aziende specializzate in intelligenza artificiale e analisi, software IoT e semiconduttori o chip rappresentano collettivamente circa il 45% di tutte le principali acquisizioni tra il terzo trimestre del 2021 e il primo trimestre del 2022. Molti di questi accordi sono stati guidati dal desiderio di creare prodotti dotati di un più completo stack tecnologico, riducendo la dipendenza dall’esterno. Tra gli annunci più rilevanti ci sono l’acquisizione di Blue Yonder da parte di Panasonic (8,5 miliardi di dollari) e l’acquisizione di Ecobee da parte di Generac Power Systems (770 milioni di dollari).

In conclusione

La crescita del numero di dispositivi connessi è rallentata nel 2021, tuttavia si prevede una nuova accelerazione nel 2022 e negli anni successivi. Nonostante l’inflazione e le interruzioni prolungate dell’offerta per il mercato IoT, il sentiment generale continua a essere positivo. E il numero di dispositivi IoT connessi dovrebbe raggiungere ben 14,4 miliardi entro la fine del 2022.

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Abb, a Dalmine la prima fabbrica 4.0 a “impatto zero”, verso la carbon neutrality grazie a digitalizzazione e IoT

Si trova a Dalmine, in provincia di Bergamo, il primo stabilimento Abb italiano a raggiungere il riconoscimento di fabbrica “Mission to zero”. L’obiettivo dello stabilimento a impatto zero è stato raggiunto con l’introduzione d’innovazioni tecnologiche e digitalizzazione che hanno permesso di tagliare del 25% le emissioni di CO2 dello stabilimento.

ABB è una nota multinazionale elettrotecnica svizzero-svedese con sede a Zurigo, operante nel settore della robotica, dell’energia e dell’automazione in oltre 100 paesi. Nel 2018 si è classificata al 341º posto nella lista di Fortune Global 500.

La multinazionale ha come obiettivo il raggiungimento della “carbon neutrality” in tutte le sue attività entro il 2030. “Mission to zero” fa parte di questo percorso ed è un aspetto fondamentale per la creazione di una supply chain più sostenibile per i clienti.

Lo stabilimento storico di Dalmine, costruito nel 1979, copre 45.000 mq. e viene utilizzato da Abb per produrre interruttori e quadri elettrici di media tensione.

Nel 2020 Abb Dalmine è stata riconosciuta Lighthouse plant dal Ministero dell’economia (MISE) nell’ambito di un piano di promozione dello sviluppo digitale e dell’utilizzo di tecnologie innovative per il settore industriale. Ed è diventata esempio concreto di come le tecnologie digitali si applicano ai processi produttivi.

Monitoraggio energetico grazie all’IoT

Il programma Mission to zero mira a creare esempi di siti produttivi a basse emissioni che possano essere replicati da partner Abb e clienti in tutto il mondo, per strutture nuove o già esistenti. Il programma si basa su una serie di attività per migliorare la sostenibilità in tutte le attività di un sito, dalla riduzione delle emissioni di CO2 alla conservazione delle risorse.

Il sito di Dalmine è già alimentato con il 100% di energia verde da fonti rinnovabili certificate Enel Green Power. Tuttavia, per raggiungere lo status di Mission to zero, i tre edifici della fabbrica sono stati dotati di 4.000 m2 di pannelli fotovoltaici. I pannelli generano una potenza di picco che fornisce circa il 20% del fabbisogno energetico della fabbrica e aiuta a bilanciare la domanda del sistema di aria condizionata nei mesi estivi.

Con più di 70 sensori installati in tutto lo stabilimento, la piattaforma Abb Ability energy and asset manager sfrutta l’Internet of things (IoT) per monitorare il consumo di energia ed evidenziare le opportunità di risparmio energetico. Sulla base dei risultati del monitoraggio, ad esempio, il sistema d’illuminazione esterna è stato sostituito con lampade a Led ad alta efficienza, riducendo il consumo di 76.000 kWh all’anno. Cioè, l’energia necessaria per ricaricare la crescente flotta di veicoli elettrici del sito.

Approccio basato sull’economia circolare

Basandosi su un approccio di economia circolare, il team dedicato alla sostenibilità dei prodotti Abb analizza e certifica fornendo il Life cycle assessment e le dichiarazioni ambientali di prodotto (Epd). Inoltre, a Dalmine si presta grande attenzione alla conservazione delle risorse per ridurre gli sprechi, ad esempio riutilizzando casse di plastica per il trasporto dei componenti tra le fabbriche Abb in Europa e l’uso di plastica riciclata per gli imballaggi.

Con queste iniziative, Dalmine ha ridotto le emissioni di CO2 di circa 2.200 tonnellate negli ultimi due anni. L’equivalente delle emissioni di un’auto che percorre 360 giri attorno alla Terra lungo l’Equatore.

E non solo, perché da anni Abb Dalmine è parte del progetto Workplace health promotion per la promozione di buone pratiche per la salute dei dipendenti, tra cui il contrasto al fumo (lo stabilimento è “Fabbrica libera dal fumo” dal 2016), la corretta alimentazione e uno stile di vita sano.

Supply chain sostenibile: un modello replicabile

Il presidente della divisione Distribution solutions di Abb, Alessandro Palin, ha dichiarato: “I nostri clienti vogliono rendere le loro supply chain più sostenibili e si rivolgono sempre più spesso a noi per le dichiarazioni ambientali di prodotto Epd”. Inoltre, ha precisato che “Lo stabilimento di Dalmine è un modello replicabile dai nostri clienti: un esempio positivo di come tecnologie innovative e digitalizzazione possono ridurre le emissioni del 25%”.

Il Direttore dell’unità produttiva di Dalmine, Massimiliano Callioni, ha affermato: “Fondamentale per il raggiungimento di questo importante risultato, oltre alle innovative tecnologie IoT installate, è stato il coinvolgimento attivo dei dipendenti che supportano le pratiche sostenibili nelle loro attività di tutti i giorni, anche attraverso il corretto smaltimento dei rifiuti e un utilizzo più attento di carta e plastica”.

Un esempio tangibile di come uno sviluppo intelligente, basato su tecnologie IoT, può contribuire a migliorare il nostro pianeta.

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IoT, PoliMi: nel 2021 il mercato dell’Internet degli Oggetti supera i 7 miliardi di euro (+22%)

Secondo i dati più recenti, il 2021 è stato un anno importante per l’IoT (Internet of Things) in Italia. Infatti, si è verificata una forte crescita nel settore, pari al +22% rispetto al 2020, raggiungendo i 7,3 miliardi di euro. Questo significa che ha superato i livelli pre-Covid (nel 2019 valeva 6,2 miliardi di euro). Inoltre, l’offerta di soluzioni IoT si sta evolvendo con nuovi servizi di valore, grazie alle grandi quantità di dati raccolti dagli oggetti connessi. Infatti, attualmente il valore dei servizi ha raggiunto i 3 miliardi di euro (circa il 40% del mercato IoT totale, +25% rispetto al 2020).

In Italia, gli oggetti connessi e attivi sono già 110 milioni (poco più di 1,8 per abitante). Alla fine del 2021 sono stati registrati 37 mln di connessioni IoT cellulari (+9% rispetto al 2020), con 74 mln di connessioni abilitate da altre tecnologie di comunicazione (+25%). Di queste, una forte spinta arriva dalle reti LPWA (Low Power Wide Area), raddoppiate in un solo anno. Infatti, queste ultime sono passate da 1 a 2 mln di connessioni. Sono le applicazioni che usano tecnologie di comunicazione non cellulari a spingere il mercato, con 3,9 miliardi di euro (+30%). Crescita più contenuta, +6% a 3,4 miliardi di euro, invece, per le applicazioni che sfruttano la connettività cellulare.

Smart Factory, Smart City, Smart Building e Assisted Living

Tuttavia, ora grazie al PNRR si aprono grandi opportunità per l’Internet of Things. Molti degli investimenti previsti all’interno del Piano (Smart Factory, Smart City, Smart Building e Assisted Living) riguardano ambiti in cui l’Internet of Things può giocare un ruolo chiave, con 30 miliardi di euro complessivi. Sono questi alcuni risultati della ricerca svolta dall’Osservatorio Internet of Things della School of Management del Politecnico di Milano.

Secondo Giulio Salvadori, Direttore dell’Osservatorio IoT, “Il mercato dell’Internet of Things si trova in una fase di grande sviluppo sia dal punto di vista della crescita economica che della consapevolezza dei vari attori. Aziende, PA e consumatori sono sempre più interessati a gestire da remoto asset e dispositivi smart, attivandone servizi e funzionalità avanzate”.

Per questo, nei prossimi anni affronteremo una sfida che potrà determinare il futuro delle prossime generazioni. La transizione ecologica potrà essere supportata da processi più efficienti e da strumenti smart che consentono la riduzione dei consumi di energia. In quest’ambito l’Internet Things può svolgere un ruolo importante, e proprio per questo sono quasi 30 i miliardi di euro contenuti nel PNRR che riguarderanno progetti basati su tecnologie IoT.

PNRR e Internet delle Cose

Complessivamente, le risorse del PNRR che possono interessare il mondo dell’Internet of Things IoT ammontano a 29,78 mld di euro. Di questi, 14 miliardi sono destinati ad ambiti che riguardano la Smart Factory, e 4 miliardi all’Assisted Living, in particolare riguardo la telemedicina. Per le Smart City sono previsti 2,5 mld in Rigenerazione Urbana (Missione 5), 2,5 mld per la Gestione del rischio di alluvione e del rischio idrogeologico (Missione 2), e 900 mld per una Rete idrica più digitale. In merito allo Smart Building, i temi toccati sono l’efficienza energetica e la sostenibilità. A questo sono dedicati gli investimenti destinati alle Smart Grid. Si tratta di 3,6 mld per migliorare l’efficienza della rete e aumentare la capacità, per favorire una migliore gestione della produzione distribuita di energia elettrica.

Altri interventi, invece, sono legati indirettamente all’IoT Internet of Things per consolidare l’infrastruttura abilitante. Sono quasi 7 i miliardi di euro dedicati alle reti ultraveloci (banda ultra-larga e 5G), e 8,4 miliardi sono destinati al rinnovo di mezzi di trasporto tra cui treni, autobus e navi. Ancora, 4,8 miliardi vanno alla digitalizzazione della logistica.

Industrial IoT

L’Osservatorio ha condotto un’indagine approfondita coinvolgendo 95 grandi aziende e 302 PMI italiane nell’ambito Industrial IoT. Dagli studi è emerso che ben l’80% delle grandi aziende ha attivato servizi a valore aggiunto basati sull’Internet of Things.

Giovanni Miragliotta, Responsabile scientifico dell’Osservatorio Internet of Things, ha evidenziato che “In due aziende su tre il contesto legato al Covid ha avuto ripercussioni sulle decisioni di investimento in nuovi progetti di Industrial IoT. Il fatto che sia maggiore il numero d’imprese che ha deciso d’investire costituisce un segnale incoraggiante, che può essere in parte attribuito anche agli investimenti previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza in area Industria 4.0”.

Tuttavia, anche se le grandi aziende apprezzano le potenzialità di queste misure, le PMI non sanno fornire un parere su questa tematica, dimostrando tuttora una certa distanza dall’argomento. Infatti, la dimensione aziendale determina anche il livello di conoscenza dell’Industrial IoT e del sistema IoT.

A fronte di un 96% delle grandi aziende che dichiara di conoscere le soluzioni IoT per l’Industria 4.0, solo il 46% delle PMI ne ha sentito parlare. Il 69% delle grandi aziende ha avviato almeno un progetto, mentre solo il 27% delle PMI ha fatto altrettanto. Lieve la riduzione del gap tra grandi e piccole aziende rispetto al 2020 (-3%). Le PMI, quindi, non riescono ancora a pensare all’innovazione in ottica 4.0.

Internet of Things Esempi di successo

Un esempio di successo è quello relativo alle tecnologie Low Power Wide Area (LPWA) in banda non-licenziata, sempre più diffuse per lo sviluppo di soluzioni IoT grazie a una raggiunta maturità tecnologica.

A tal proposito Antonio Capone, Responsabile scientifico dell’Osservatorio Internet of Things, ha spiegato che: “Il 2021 è stato un anno rilevante per le tecnologie LoRaWAN e SigFox. LoRaWAN è stato formalmente riconosciuto come standard dall’International Telecommunication Union, il principale ente di standardizzazione delle tecnologie di comunicazione. Mentre SigFox ha lavorato per consolidare la sua presenza sul mercato e sul dispiegamento di nuove reti”.

Dal punto di vista dell’interoperabilità, prosegue inoltre l’evoluzione delle tecnologie abilitanti e il rafforzamento di ecosistemi IoT. Durante il 2021 si è consolidato lo sforzo dei membri della Connectivity Standard Alliance (CSA) verso la stesura delle specifiche di Matter, il nuovo protocollo per l’interoperabilità della Smart Home. E le prime dimostrazioni, presentate a Las Vegas all’inizio del 2022, testimoniano un buon livello di avanzamento delle specifiche e della tecnologia che andrà a supporto degli standard di mercato. Si tratta di risultati incoraggianti per gli esperti del mondo IoT, e la strada è in salita.

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Il nuovo accordo tra big dell’IoT per lo sviluppo di servizi innovativi con un focus sui velivoli a pilotaggio remoto

Aero & IoT, la collaborazione tra Telespazio e Iridium è pronta a stupirci. Queste aziende, infatti, hanno da poco stipulato un accordo di “Value Added Reseller” per offrire i servizi denominati Iridium Certus Aero e IoT a bordo di velivoli a pilotaggio remoto, nonché su droni, su piccoli aerei ed elicotteri e per le applicazioni basate sull’Internet of Things.

In seguito a questo accordo, Telespazio è diventato distributore ufficiale di prodotti e servizi Iridium Certus Aero e IoT. In questo modo, mira a rafforzare ulteriormente la collaborazione, ormai di lunga data, con Iridium, introducendo inoltre ulteriori servizi nella sua ampia gamma. Queste novità presenti in Telespazio potranno contribuire ad aumentare la connettività nel settore IoT terrestre e aeronautico, concentrandosi principalmente sul mercato dei velivoli a pilotaggio remoto, uno dei segmenti sicuramente di maggiore sviluppo nel business di Telespazio.

Sistema IoT e connettività elevata in tutto il mondo

In particolare Alessandro Caranci, Head of Satellite Communications di Telespazio, ha dichiarato: «Siamo orgogliosi di aver rafforzato la nostra partnership con Iridium per la fornitura dei servizi Iridium Certus Aero e IoT». Infatti, grazie a questo nuovo portafoglio di servizi, l’azienda punta ad ampliare la sua offerta nel mercato Aero e IoT con focus sulle comunicazioni per droni e Uav.

E non basta, perché con la stipula di questo accordo Telespazio sarà in grado di abilitare nuovi servizi innovativi garantendo un’elevata connettività in qualsiasi parte del mondo.

Lo ha confermato Bryan Hartin, Executive Vice President di Iridium: «Grazie alla sua grande esperienza e capacità, Telespazio è un partner ideale per Iridium, specialmente quando si tratta di un mercato in crescita come quello degli Uav e droni che operano “Beyond Visual Line of Sight Drone”, Bvlos». Questo perché Telespazio è in grado d’integrare il servizio Iridium Certus 100 con il suo attuale bagaglio di soluzioni tecnologiche, garantendo ai suoi clienti i vantaggi di quella che è l’unica rete satellitare al mondo capace di operare verso e a partire da qualsiasi parte del globo.

Una novità importante, che rende il nostro pianeta sempre più interconnesso.

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Piano di crisis management, che cos’è e perché è così importante? Soprattutto, come predisporre una strategia efficace?

Con il termine crisis management s’indica il processo con cui un’organizzazione affronta una situazione che rischia di danneggiare performance e reputazione aziendale, attuando pratiche che permettono di prevenire, gestire e smussare le conseguenze negative della crisi.

Crisis management cos’è

Il crisis management è necessario per affrontare problemi e interruzioni che si verificano durante la normale attività lavorativa, provocati da eventi interni o esterni all’azienda e che possono comportare seri danni per la brand reputation, la performance aziendale o, in casi estremi, condurre al fallimento.

In quali casi parliamo di crisi aziendale?

La “crisi” si verifica quando fatti o eventi in grado di danneggiare la reputazione e la performance aziendale diventano di dominio pubblico, e si perde il controllo sull’informazione e le discussioni sul marchio, rendendo difficile gestire i flussi d’informazioni al riguardo. Dal momento che queste crisi possono danneggiare seriamente la reputazione di un’azienda, è bene dotarsi di strumenti di controllo atti a prevenire o a scongiurare le conseguenze di una crisi dell’organizzazione.

Le aziende devono essere pronte a queste sfide in qualsiasi momento e munirsi di strumenti e risorse adeguate per affrontare i problemi più difficilmente gestibili. L’obiettivo del crisis management è rispondere a minacce potenziali o effettive, implementando all’interno dell’azienda, con l’aiuto di veri professionisti, una condotta reattiva, nell’ottica del monitoraggio e della prevenzione di potenziali problemi che potrebbero danneggiare l’azienda e i suoi shareholder. In caso di emergenza, le decisioni vanno prese in maniera tempestiva, e per farlo è necessario stabilire un piano di crisis management efficace, con linee guida sulle azioni da intraprendere e sui soggetti da attivare.

Le fasi del crisis management

Il processo di crisis management può essere articolato in tre fasi distinte:

  • Ricerca, monitoraggio e preparazione

Nella prima fase si analizza l’ambiente interno ed esterno all’azienda. È possibile così individuare eventuali limiti, mancanze, rumori o qualunque tipo di vulnerabilità che possano rappresentare un rischio per l’integrità del business. In base alle ricerche e al monitoraggio, si procede all’elaborazione di un piano di gestione di crisi e alla realizzazione di pratiche di esercitazione e simulazione di crisi.

  • Risposta e adattamento

Nella seconda fase, l’azienda reagisce a una crisi imminente o in corso, sulla base delle linee guida stabilite in fase di preparazione, rimediando a incidenti inaspettati e svariati scenari di crisi che possono presentarsi.

  • Ripresa

Con l’ultima fase vengono attuate tutte le azioni volte a ripristinare lo status quo, e a minimizzare e riparare eventuali danni provocati all’azienda a tutti i soggetti coinvolti (con eventuali risarcimenti).

Tipologie di crisi aziendale

Prima di creare un piano di crisis management occorre, tuttavia, conoscere meglio le varie cause di crisi che possono colpire le aziende. A seconda di queste, l’intervento di crisis management può variare molto. In generale, possono verificarsi situazioni di questo tipo:

  • disastri naturali, epidemie e attentati: condizioni atmosferiche che provocano danni gravi alle infrastrutture, interrompendo le normali attività dell’azienda. Ad esempio, terremoti o attentati terroristici possono colpire i dipendenti e provocare morti e feriti;
  • attacchi criminali, azioni di sabotaggio o estorsione: queste problematiche possono mettere in cattiva luce la reputazione aziendale se l’organizzazione non è preparata a rispondere e a difendersi da false accuse false e intenzionali. Per difendere la propria posizione, l’azienda dovrà essere pronta a porre in essere, in breve tempo, misure adeguate per riparare eventuali danni causati e tutelarsi legalmente;
  • pratiche non sostenibili e corruzione: se ci sono in gioco pratiche di business intenzionali e dannose per gli stakeholder o per l’ambiente lavorativo, possono verificarsi corruzione e pratiche finanziarie illecite da contrastare;
  • errore umano: le crisi dovute a errori commessi da dipendenti o dal top management possono mettere a rischio la sicurezza o avere un impatto negativo sugli stakeholder, se non gestite adeguatamente
  • guasti tecnici: in presenza di guasti energetici o danni al sistema informatico, occorre intervenire per scongiurare gravi implicazioni per la produzione;
  • altre problematiche relative a carenza di innovazione e aggiornamento, crisi di comunicazione, conflitti con i dipendenti e sindacati. Si tratta di crisi che possono diventare oggetto di critica da parte dell’opinione pubblica, con conseguenti ripercussioni nel caso in cui l’azienda non riesca a dialogare in maniera appropriata con i soggetti interessati.

Ed esistono molti altri tipi di crisi che possono verificarsi, che possono essere individuati con un’attenta analisi per riuscire a pianificare le reazioni opportune.

Prevenzione delle crisi aziendali

Tra le attività di preparazione e prevenzione dev’essere sempre inserita anche la ricerca di nuovi tipi di crisi, che permettano di superare i limiti delle tradizionali categorie, inadatte alla crisi che sopraggiungerà.

La pratica di crisis management comprende quindi anche le attività di prevenzione e individuazione di tutti i potenziali scenari di crisi che possono emergere. Il piano di crisis management, quindi, è soltanto un elemento all’interno di un più ampio programma di gestione della crisi che l’azienda dovrebbe implementare.

Per cui, la strategia di crisis management deve comprendere la rilevazione dei “segnali deboli di crisi”, cioè indicatori di problematiche che comportano dei rischi per l’organizzazione, e valutare il grado di preparazione per affrontare questi rischi. Sono poche, infatti, le aziende che mettono alla prova la loro preparazione con esercizi di simulazione. L’attribuzione di ruoli e compiti da svolgere dai diversi soggetti in caso di crisi aziendale è fondamentale, e tutti i soggetti devono essere informati su cosa fare, in modo da attivarsi in modo tempestivo in caso di necessità.

Il ruolo dell’IoT

L’IoT può essere un punto di svolta nella prevenzione dei disastri attraverso dati basati su sensori in tempo reale. Vediamo alcuni esempi:

  • Veicoli che utilizzano la telematica
  • Livelli dell’acqua tramite sensori
  • Sensori per rilevare incendi, tornado, terremoti, nubifragi e attività vulcaniche
  • Protezione delle infrastrutture critiche attraverso la manutenzione predittiva delle risorse di gestione dei disastri.
  • Mitigazione dei pericoli attraverso il monitoraggio dell’ambiente utilizzando sensori per inquinanti e contaminanti, inclusi scenari radioattivi.
  • Abilitazione del sistema di monitoraggio di allerta precoce

Inoltre, l’IoT può essere un ottimo strumento per facilitare gli sforzi e le attività di ripristino attraverso:

  • Utilizzo della tecnologia dei sensori per l’identificazione e l’autenticazione dei beneficiari
  • Tecnologia dei sensori per l’identificazione e l’autenticazione dei beneficiari
  • Utilizzo di smart card e RFID per l’esborso agevolato
  • Creazione di una rete logistica virtuale che consente agli operatori dell’hub e ad altri di monitorare il traffico in tempo reale e facilitare la comunicazione tra tutte le parti coinvolte.

Vantaggi dell’IoT per il crisis management

Vediamo quindi quali sono i principali vantaggi dell’applicazione dell’IoT nella gestione dei disastri:

  • Le organizzazioni ottengono un quadro chiaro delle operazioni con la visibilità dei dati in tempo reale;
  • Le aziende possono estrarre dati attuali e storici da più fonti, trasformandoli in informazioni rapidamente accessibili e fruibili per decisioni più rapide e meglio informate;
  • Contribuisce a creare un unico hub di informazioni integrato;
  • Le agenzie possono costruire una solida fonte d’informazioni a cui tutti i soggetti, comprese le agenzie governative, le ONG, gli operatori delle infrastrutture e la community, possono contribuire e da cui lavorare;
  • Aumenta la collaborazione e l’interoperabilità: consente a tutte le parti interessate di lavorare insieme in modo più efficace creando flussi di lavoro, processi, moduli e piani coerenti e condivisibili che affrontano disastri ed emergenze di ogni tipo.

Come creare un piano di crisis management

Vediamo ora come creare un piano di crisis management efficace. Dal momento che esistono diverse tipologie di crisi aziendale, i piani d’intervento possono variare molto a seconda dello scenario da affrontare. Esistono però alcuni elementi che devono essere necessariamente considerati per lavorare a un piano di crisis management efficace.

Innanzitutto, è necessario studiare bene cause e vulnerabilità che potrebbero o che hanno portato a una crisi specifica, analizzare le relative conseguenze e stimare la dimensione dei danni nel breve e lungo termine. Dopo aver definito lo scenario di crisi su cui intervenire, si passa alla definizione delle linee guida da seguire, cioè alla creazione e di un protocollo d’azione dettagliato in cui vengono stabiliti i compiti e le persone che devono occuparsi di ognuno di essi.

Hai bisogno di un team che si occupi del tuo piano di crisis management per prevenire attacchi all’azienda? Rivolgiti agli specialisti del settore: contattaci da questa pagina.

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Fiera Sicurezza Milano – Octopus IoT parteciperà a Sicurezza 2021, dal 22 al 24 novembre 2021

Octopus IoT parteciperà a Sicurezza 2021, la manifestazione di riferimento in Europa per security e antincendio, che si svolgerà dal 22 al 24 novembre 2021 a Fiera Milano, in contemporanea con Smart Building Expo e Made Expo.

La formula espositiva non cambia, e mira a favorire l’incontro tra produttori e buyer per monitorare l’evoluzione di un mercato di grande interesse, in continuo cambiamento. Un’opportunità unica per valutare l’innovazione tecnologica e le soluzioni più avanzate oggi disponibili sul mercato, e per aggiornarsi su trend, normative e scenari.

Ritorna inoltre la Cyber Arena, l’evento della Fiera della Sicurezza dedicato a un tema di primo piano per ogni contesto di business. Per la prima volta vedremo una proposta di filiera allargata: infatti, Sicurezza 2021 sarà abbinata a Smart Building Expo, la manifestazione della home and building automation e dell’integrazione tecnologica, e a MADE expo, manifestazione leader in Italia per il settore delle costruzioni. I tre eventi apriranno in contemporanea a Fiera Milano (Rho).

Fiera Sicurezza 2021, dove trovarci

Nel corso della fiera, Octopus IoT presenterà tutte le novità riguardanti il portale perfortuna.it® e il device Securho® presso il Padiglione 7, Stand F 21.
Perfortuna.it® è il primo marketplace dedicato al mondo della sicurezza. In particolare, nasce dalla volontà di mettere in collegamento cittadini, istituti di vigilanza e aziende produttrici e distributrici di prodotti relativi alla sicurezza e creare valore aggiunto per ciascuno di questi attori attraverso lo sviluppo di soluzioni innovative in ambito IoT in grado di soddisfare il bisogno di sicurezza dell’individuo e delle famiglie.

Registrandosi gratuitamente a perfortuna.it® i cittadini possono acquistare direttamente servizi di vigilanza su misura, scegliendoli tra quelli disponibili nella propria zona di residenza o nella zona in cui è ubicata la propria attività commerciale. Gli Istituti di Vigilanza possono vendere online i loro servizi decidendo in autonomia le proprie politiche commerciali e di prezzo, in un mercato di libera concorrenza. Le aziende, invece, possono creare all’interno della piattaforma veri e propri e-shop personalizzati per promuovere e commercializzare i propri prodotti di sicurezza.

Durante l’evento fieristico verrà presentata la nuova veste grafica di perfortuna.it®, che rispetto alla precedente mira ad offrire all’utente un’esperienza di navigazione più fluida e coinvolgente. Una novità importante è rappresentata dal tool “Configuratore” che attraverso poche semplici domande (“In che tipo di casa abiti? Hai già un sistema di allarme? Quali sono le tue esigenze? Quante porte sono accessibili dall’esterno?” ecc.) aiuta l’utente ad individuare le sue esigenze di sicurezza e al contempo abilita gli esperti di sicurezza del portale a proporre la soluzione più adatta.

Fiera della Sicurezza Milano: Securho®

Securho® è il dispositivo hardware di sicurezza domestica che permetterà agli utenti di entrare nel mondo perfortuna.it®. Attraverso la piattaforma perfortuna.it®, chi possiede Securho® può attivare il proprio sistema di allarme, disattivarlo, guardare in tempo reale le immagini trasmesse dalle telecamere e sapere se qualche evento avverso si sta verificando. Inoltre, questo strumento integra in un unico device le funzionalità di una centralina di allarme e di un Digital Video Recorder. In particolare, in fiera sarà possibile prendere parte a dimostrazioni pratiche sul dispositivo ed apprezzarne dal vivo tutte le caratteristiche:05
• 4 ingressi e 4 uscite digitali
• Fino a 8 IP Cam
• Zone filari e wireless
• Modulo di espansione su rete LAN per zone cablate, senza limiti
• Sensori/devices wireless Z-Wave, senza limiti
• Partizioni, zone, timer, senza limiti
• Telecomandi virtuali con APP (IoS e Android), senza limiti
• 2 Porte USB
• Collegamento al router via wi-fi o Ethernet
• Aggiornamenti Firmware e Software OTA
• Cruscotto WEB e APP (IoS e Android)
• Programmazione facilitata con menù guidato
• Modulo GSM (Versione Plus)
• Compatibile con protocollo IP SIA (Versione Premium)

Vi aspettiamo, quindi, per parlare insieme di nuove tecnologie e tecniche di sicurezza all’avanguardia.

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In che modo l’IoT sta cambiando il modo di vivere nelle città di tutto il mondo? Scopriamolo insieme, con esempi concreti

Lo ha precisato anche Theo Veltman, direttore delle invenzioni per la città di Amsterdam: “Se la tecnologia non può aiutare le persone a raggiungere la gioia, allora non c’è assolutamente nessuna buona ragione per l’esistenza della tecnologia”. Questa affermazione è quantomai vera se parliamo di tecnologia IoT (Internet of Things), e più in generale di tutte le tecnologie che possono contribuire a migliorare la qualità della vita, in particolar modo in ambienti molto popolati come quelli delle città.

In che modo, quindi. le città di tutto il mondo stanno sfruttando l’IoT per migliorare lo stile di vita urbano e aumentare il benessere degli abitanti in città?

1. Ridurre i problemi del traffico

Tra i problemi principali sui cui molte aziende si concentrano, c’è quello di alleviare la congestione del traffico e aiutare gli automobilisti a trovare un posto in cui parcheggiare. Un’infrastruttura
abilitata per l’IoT con sistemi di traffico intelligenti, strade più sicure, parcheggi a led, costi adeguati e pagamenti per il parcheggio può restituire agli automobilisti intrappolati nelle loro auto fino a 60 ore all’anno. Una stima effettuata sulla base di un’analisi promossa da Intel di Juniper Research. Le informazioni contenute nell’Intelligent Transportation Society of America dimostrano, inoltre, che il 30% della congestione del traffico nelle città deriva dai conducenti che cercano aree di parcheggio.

2. Migliorare la qualità dell’aria

I sensori incorporati nelle strade, o persino le telecamere HD montate su lampioni intelligenti, possono verificare quando le aree di parcheggio tornano libere, così gli automobilisti possono scoprire il posto disponibile più vicino tramite un’applicazione IoT dallo smartphone. E poiché le immagini contengono notevoli quantità di dati IoT, un programma di visione artificiale
integrato può accumulare vari tipi di informazioni.

Un sistema inizialmente implementato per monitorare i parcheggi può essere aggiornato per monitorare il flusso di traffico, le buche e la spazzatura. Questo tipo di processo di parcheggio è stato istituito a Barcellona, dove le visite sono state ridotte perché meno automobili girano intorno agli isolati alla ricerca di un posto. Riducendo le emissioni di scarico delle auto, si migliora anche la qualità dell’aria.

Il marchio tedesco Bosch sta operando con Daimler nell’ambito di un sistema alternativo che utilizza sensori nelle automobili per monitorare le aree di parcheggio vuote. I rilevatori inviano questi dati al tuo cloud, e quest’ultimo guida gli altri automobilisti verso i posti liberi. Tre dispositivi IoT, anch’essi realizzati da Bosch, sono stati fissati nei lampioni a Las Vegas, per sperimentare il monitoraggio della qualità dell’aria e per attivarsi se l’anidride carbonica si accumula in un luogo specifico.

Gli ingegneri del progetto hanno creato un device IoT per il tracciamento della qualità dell’aria molto compatto, fino a quando non è entrato in un contenitore delle dimensioni di uno zaino.
L’apparecchio costa un decimo rispetto alle tecnologie rivali e analizza dozzine di fattori, come l’anidride carbonica e l’anidride carbonica.

3. Migliorare la circolazione delle auto

Las Vegas sta sperimentando alcuni progetti-pilota in un luogo del centro che chiama “il distretto dell’innovazione”. Primo obiettivo è aumentare il traffico derivante dall’implementazione di sensori agli incroci insieme all’apprendimento automatico. I rilevatori possono misurare automobili e pedoni e, a un certo punto, il sistema riesce a intuire i modelli di traffico, e anche il modo in cui, ad esempio, il traffico del lunedì differisce da quello del venerdì. Inoltre, può fornire consigli per l’ottimizzazione del flusso di traffico.

4. Facilitare l’accesso ai servizi governativi

Sant’Antonio, una cittadina del Texas, sta migliorando lo standard di vita in modo avanzato con nuovi servizi IoT. Il paese si distribuisce su 460 chilometri quadrati, pertanto le apparizioni in
tribunale possono comportare un lungo viaggio adatto a pochi. La città ha alleviato questa problematica per i cittadini con i monitor dei tribunali installati all’interno dell’area metropolitana.
Gli agenti di polizia possono anche utilizzare questi apparecchi per acquisire rapidamente i mandati, quando necessario.

5. Migliorare la vita dei cittadini anziani

L’IoT può anche migliorare la vita degli anziani, il che rende molto più facile per loro mantenere la propria autonomia e vivere in città con un facile accesso ad attività culturali, centri sanitari, amici più anziani e aree familiari. A Chicago, uno dei vantaggi più evidenti è che l’arrivo del trasporto pubblico intelligente consente agli anziani (e non solo) di spostarsi facilmente in città. Con il trasporto intelligente, tutti i tipi di trasporto vengono ottimizzati e collegati per generare un’esperienza semplice.

I pagamenti vengono gestiti da una piattaforma centralizzata, utilizzando una carta o un programma. Il tuo smartphone t’informa dell’orario di arrivo preciso di un treno o di un autobus, e un
programma ti aiuta anche a pianificare il percorso perfetto se implica cambiare modalità di trasporto.

Puoi salire a bordo di un autobus o della metropolitana, dopo aver già pagato il biglietto con il tuo cellulare. Con il debutto del programma di carte prepagate, la città ha anche sperimentato
l’integrazione con il bike sharing.

Questo è solo l’inizio. Chicago, infatti, sta cercando di rendere più “smart” altre città, condividendo il codice open source che è cresciuto, confidando che i vari comuni ricambieranno. E man mano che le città accumulano ulteriori informazioni, e si assicurano che siano accessibili agli sviluppatori di programmi e ai cittadini, presto emergeranno software e vantaggi nuovi di zecca. Unico ostacolo: utilizzando le informazioni che fluiranno nei sistemi l’IoT, crescerà il numero d’ingressi potenzialmente vulnerabili, per cui è fondamentale costruire strutturare sistemi di sicurezza end-toend fin dall’inizio.

Continua a seguirci per scoprire altre curiosità sul mondo dell’IoT.

Smart Metering

Il mercato italiano dell’IoT si consolida nel segmento Smart Metering legato alle Utility e si espande all’Agricoltura

Il mercato italiano dell’Internet of Things si consolida nonostante il Covid. Attualmente il giro d’affari dell’IoT ammonta a una cifra considerevole: 6 miliardi di euro. Con una flessione di appena il 3% a causa della pandemia, a fronte di un incremento del 24% nel 2019 e del 35% nel 2018. È questo il dato che emerge dallo studio pubblicato nel 2021 dall’Osservatorio Internet of Things della School of Management – Politecnico di Milano.

In particolare, la spesa si divide fra le applicazioni che sfruttano la connettività cellulare (3 miliardi di euro, -6%) e altre che utilizzano tecnologie di comunicazione differenti (3 miliardi di euro, risultato identico rispetto al 2019).

93 milioni di oggetti connessi in Italia

Sono 93 milioni le connessioni IoT attive in Italia, di cui 34 milioni di connessioni cellulari e 59 milioni abilitate da altre tecnologie. Tra queste, emergono le reti Low Power Wide Area (LPWA), che raggiungono per la prima volta 1 milione di connessioni.

Numerosi anche i servizi collegati agli oggetti connessi, che valgono 2,4 miliardi di euro con una crescita del 4%, in controtendenza rispetto all’andamento generale del mercato.

IoT in Italia: Smart Metering & Smart Asset Management nelle Utility

Il primo segmento del mercato IoT in Italia è costituito dallo Smart Metering & Smart Asset Management nelle Utility, dal valore di 1,5 miliardi pari al 25% del totale, spinto ancora dagli obblighi normativi. Nel 2020 sono stati installati 2,7 milioni di contatori gas connessi presso le utenze domestiche, con una diffusione pari al 69%, e ben 4,8 milioni di smart meter elettrici di seconda generazione, per il 50% dei contatori elettrici totali.

A seguire troviamo anche le Smart Car, con un fatturato di 1,18 miliardi di euro, pari al 20% del mercato, e 17,3 milioni di veicoli connessi (il 45% del totale in Italia), e lo Smart Building, che vale 685 milioni di euro (+2%) ed è legato alla videosorveglianza e alla gestione dei consumi energetici degli edifici.

Cresce la Smart Agricolture

Uno dei comparti con la crescita più significativa è la Smart Agricolture (pari a 140 milioni di euro), trainata da soluzioni per il monitoraggio e il controllo dei mezzi e delle attrezzature agricole, con macchinari connessi e robot per le attività nei campi.

Fabbriche e logistica smart

Aumentano anche le soluzioni smart per le fabbriche (385 milioni di euro, +10%), la Smart Logistics (610 milioni di euro, +4%), con soluzioni per la gestione delle flotte aziendali e di antifurti satellitari, e 1,9 milioni di mezzi per il trasporto merci connessi tramite SIM, nonché le Smart City (560 milioni di euro, +8%), che presentano un aumento del numero di progetti avviati dai comuni, con i primi casi di successo per le collaborazioni fra pubblico e privato.

Al contrario, calano le Smart Home (505 milioni di euro, -5%) e l’ambito Smart Asset Management in contesti diversi dalle utility (265 milioni di euro, -20%), legati al monitoraggio di gambling machine per il gioco d’azzardo (740.000), ascensori (580.000) e distributori automatici (130.000).

Insomma, la crescita è più ampia quando si parla di smart metering e agricolture, e c’è da aspettarsi che nuovi settori saranno interessati da queste innovazioni con l’espandersi delle soluzioni proposte.