«Qualsiasi oggetto può diventare connesso e comunicante grazie all’utilizzo di più tecnologie». Sentiamo spesso parlare di Internet of Things e di IOT, ma spesso non si conosce la reale interpretazione. E bene, Internet of Things significa proprio questo, ossia far divenire comunicante e connesso ogni oggetto mediante un insieme di tecnologie.
Si chiama Internet of Things perché è il web la piattaforma che funge da abilitatore, permettendo lo scambio dei dati e, dunque, delle informazioni tra un oggetto smart e un sistema di gestione smart. Il concept base dell’IOT è correlato alla capacità del web, e di un suo modello di sviluppo, di integrare a qualsiasi oggetto una componente tecnologica dotata di una capacità elaborativa tale da trasformare qualsiasi cosa in un dispositivo comunicante senza l’uso di cavi.
Per questo si parla di “smart”, nel senso di oggetti smart, intelligenti, veloci, innovativi ed integrativi. Un oggetto, pertanto, per diventare “intelligente”, quindi smart, necessità di un chip (definito in gergo tag RFID), che mediante un’antenna ed una memoria costruita nel silicio, viene letto da un dispositivo (fisso o mobile) mentre le informazioni gestite vengono elaborate da un software (middleware) che può essere integrato a qualsiasi sistema gestionale (ERP inclusi). Alle spalle di tutto, invece, vi è una rete di connessioni costituita da sistemi di comunicazione caratterizzati da protocolli diversi a seconda del tipo di servizio attivato.
All’inizio l’Internet of Things era chiamato RFID (RadioFrequency IDentification), un sistema nato in ambito militare durante la Seconda Guerra Mondiale per aiutare gli eserciti a riconoscere in volo gli aerei amici da quelli nemici. Dagli anni ’40/’50 diversi sono stati, poi gli step (Auto-ID, Machine to Machine (M2M), Human to Machine (H2M) e Animal to Machine (A2M)) che hanno determinato la graduale conversione all’IOT.
Fattore determinante è stato l’avvento dell’Internet Protocol (IP), il cui sistema di interconnessioni ha favorito il trasporto delle informazioni via wireless.
Oggi, pertanto, sia per la globalizzazione, che per la crescente competizione e, soprattutto, per la digitalizzazione, non si può più fare a meno dell’Internet of Things, la cui grande sfida è legata al comprendere come la reingegnerizzazione dei processi dell’identificazione univoca porti in azienda un’integrazione, una velocità e una trasparenza tali da imporre nuovi regimi di controllo e di efficienza a qualsiasi livello organizzativo.
Per questa ragione la IOT è una piattaforma a cui tutte le aziende, prima o poi, dovranno tendere.